Akami: "Passato il momento di perversione quotidiano?"

Pinna: "Il mio non è un momento, è una filosofia di vita."




martedì 18 novembre 2008

Ma si, sfoghiamoci...

Sono un'amica del cavolo. Seriamente.
Tutti quei discorsetti felice sul fatto che "io ci sarò sempre per te" e bla bla bla, quando alla fine mi chiudo nel mio mondo e al massimo vi concedo di rispondere al telefono e blaterare due cosette.
Non sono veramente brava a consolare come tutti dicono, ammettiamolo.
Peggio del peggio, dato che a me basta sapere che le persone che amo e mi amano sono vive e sto bene, non mi premuro di cercarle. Mi cercate sempre prima voi. Io vivo scazzatamente e da sola, a fare quello che mi pare, e se mi volete mi cercate voi, con tutto quello che questo comporta.
Sono una bastarda travestita da santarellina, ecco.
E non posso cambiare, perché se cerco le persone controvoglia è peggio di non cercarle. Come si può spiegare che "non lo faccio per cattiveria, ma perchè sono fatta così"?
Non è che io me ne freghi, ma sin da bambina ero la -bimba con la mente da adulta- che se ne stava per i fatti suoi, magari a leggere un buon libro. [Non amo la solitudine, ma non sono sola soltanto perché non parlo con gli amici.]
E mi fa piacere sentire tutti voi che siete la mia famiglia, giuro. Solo che non prendo l'iniziativa perché non ho poi così tanto da raccontare, di fronte alle vostre vite che vanno avanti, avanti, ed io indietro a guardarvi. Preferisco che parliate voi, ed io ascolto. Perché vi adoro, lo giuro, ma ho bisogno anche di tempo per me. E se non vi vedo perché vivete magari a sei/sette regioni di distanza è peggio ancora, perché faccio schifo ad esprimere il mio affetto già col supporto della vista e delle espressioni... però dovete credermi sulla parola (scritta): io sono interessata a voi, voglio parlare con voi.
Ma a volte è troppo pesante spingere il mouse.

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